È in corso oggi una mobilitazione nazionale contro l’approvazione della proposta di legge Zan-Scalfarotto. Secondo gli organizzatori di questa iniziativa il ddl non è considerato solamente inutile: l’omofobia e la transfobia, dicono, sono forme di discriminazione che sarebbero già punite dal “codice penale italiano”. Gli organizzatori della contestazione di oggi parlano addirittura di deriva liberticida: la legge dicono, è in contrasto con la libertà di opinione.
Li conosciamo bene i cattoreazionari dietro queste piazze, sono quelli del movimento pro-life, della famiglia naturale, gli anti abortisti, quelli che la donna è madre e custode del focolare domestico, quelli che l’omosessualità va curata anche a suon di botte, quelli che la transessualità è perversione.
Gli alfieri e le ancelle dell’oppressione eteropatriarcale oggi scendono in piazza chiedendo che venga tutelata la loro libertà di opinione, ma sappiamo benissimo che stanno parlando della loro libertà di oppressione.
Conosciamo il mondo che vogliono proteggere, ce lo raccontano quotidianamente le ferite e le cicatrici che ci lascia addosso l’eteronormatività delle famiglie in cui nasciamo, delle scuole in cui cresciamo e dei lavori con i quali tiriamo a campare, quando abbiamo la fortuna di avere una famiglia una scuola e un lavoro.
Conosciamo sulla nostra pelle la violenza omolesbobitransfobica. E sappiamo benissimo che l’obiettivo della destra cattolica di declassare l’omofobia, la transfobia, la bifobia e la lesbofobia a problemi da non affrontare mai e da invisibilizzare, è funzionale al mantenimento del sistema di oppressione eteropatriarcale attorno al quale si tutela il privilegio del maschio bianco. Noi ci opponiamo con forza al modello violento della Famiglia tradizionale, quella ingessata nel binarismo di genere e nella sottomissione della femminilità relegata nel corpo della donna biologica.
Sì, la conosciamo la propaganda di quelli che oggi scendono in piazza contro il ddl Zan: Patria Famiglia Chiesa… lo ribadiamo, vogliono unicamente tutelare la loro libertà di oppressione.
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La propaganda cattolica fondamentalista è violenza omolesbobitransfobica e aggredisce le persone LGBTQIA+ – tutte le persone che non sono etero, tutte le persone che non sono cis – rendendosi mandante morale delle violenze che viviamo in quanto lesbiche, gay, frocie, persone trans, non binarie, donne; violenze all’ordine del giorno nelle case, nei luoghi di lavoro, nelle strade, nelle città, nei centri e nelle periferie, da Nord a Sud.
Per queste ragioni è senz’altro necessario per noi esprimere solidarietà per l’approvazione di questo ddl. Certamente. Ma per noi è soprattutto indispensabile muovere forti critiche a questo approccio legalitario e dire e ribadire che questa legge non basta e quindi non ci aiuta a tutelarci e a protegggerci. Come bene hanno detto le nostre compagne bolognesi, “chiediamo molto di più del ddl Zan!”
Occorre per noi muoverci oltre il concetto di fobia e parlare di violenza cis-etero-patriarcale come problema sistemico che necessita di un contrasto altrettanto sistemico.
Le aggressioni fisiche compiute da singoli individui che questa legge punisce sono solo la punta dell’iceberg; l’omofobia è un problema strutturale alla nostra società ed è principalmente di stato, comincia nelle famiglie, cresce nelle scuole, e finisce nelle prigioni.
Noi non crediamo che inasprire le pene o riempire le galere sia la soluzione ai nostri problemi. Sappiamo che le galere, ancora una volta, le riempiranno con le persone meno privelegiate, mentre dai pulpiti delle chiese e dei media odio e altro odio continuerà a essere seminato legittimando le aggressioni quotidiane alle nostre vite.
Non offriamo campo fertile a chi semina odio.
Contrastare la violenza eteropatriarcale è una lotta di tutti i giorni, perché la violenza è quotidiana e strutturale.
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Ricordiamoci anche che oggi parliamo di questa legge per le pressioni della comunità europea e non per una battaglia che qualche politico e qualche partito vorrebbero intestarsi. Ricordiamoci anche che testo in fase di approvazione è un testo azzoppato dal compromesso e dall’ipocrisia di stato, uno stato che presta ancora un orecchio complice alle religioni che hanno voluto e permesso che si morisse di aborto, di violenza domestica, di paura della sessualità. Uno stato che vuole punire l’odio ma continua a fomentare il razzismo imprigionando migranti nei CPR.
Rilanciamo quindi e rivendichiamo oggi una battaglia politica che superi l’approccio legalitario e combatta sul piano culturale la violenza etero patriarcale in tutti i settori della nostra società.
Cogliamo quest’occasione, in cui di nuovo i fomentatori d’odio occupano le piazze, per ricordare che la nostra lotta è appena cominciata. Vogliamo una scuola dove vengono abbattute le barriere di genere, classe, razza, orientamento sessuale. Una scuola che educhi alle differenze di genere – sì, chiamatelo gender se volete: è insegnamento di consapevolezza e libertà, di rispetto di sé e degli altri. Vogliamo educazione sessuale e campagne di prevenzione e riduzione della violenza omolesbobitransfobica. Vogliamo accesso anonimo e gratuito a screening e terapie per tuttx. Vogliamo centri antiviolenza autonomi e gestiti dal basso, con personale formato, in cui per ricevere i finanziamenti e gli aiuti non ci sia l’obbligo di schedare le persone che vi si rivolgono. Vogliamo consultori liberi dalle ingerenze della chiesa e ospedali liberi dagli obiettori, vogliamo case-famiglia e centri di rifugio per chi nella famiglia trova solo violenza e oppressione. Vogliamo un reddito di autodeterminazione, universale, individuale, slegato dal lavoro, per emanciparsi dalle famiglie di origine e sottrarsi alla violenza domestica e anche come risarcimento per essere dellx bambinx e adolescenti queer in una società eteropatriarcale.
Fanno bene a temerci le piazze provita perché vuol dire che hanno capito che siamo qui per sgretolare dalle fondamenta il sistema di dominio oppressione e odio che chiamano libertà ma che è solo violenza e tutela del privilegio.
La rivoluzione o sarà TransFemministaQueer o non sarà.
)*(
La lotta è fica e cula.
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