PREMESSA - Carlo SAVE THE DATE: 3-5 maggio Milano: Convention agenzia di turismo omosessuale. IGLTA (sagra del turismo) > in queste date ci saranno delle azioni pubbliche > organizzare raduno con le collettive > come portare la città in piazza? > come si relaziona con il pride di fine giugno? A fine giugno ci faremo riconoscere? (si!) > come avvicinarci a Maggio? Percorso di avvicinamento: * Genova 18/19 gennaio al Buridda * Bologna * Inseriamo Milano → eventualmente che fare? INIZIO MADU’ Un aspetto emerso in questi mesi, che è molto bello e importante, riguarda i momenti di autoformazione: i tavoli di lavoro. I tavoli di lavoro stanno avanzando velocemente. Mi piacerebbe allargare questa chiamata, per ora c’è solo il tavolo TFQ di Macao che sta avanzando inviti, temi, mescolanze. Strategie di lotta marciona 2020 e definizione dei linguaggi che cercano di rompere.. Lancio invito a collaborare a costruire queste domeniche di tavoli. Mi concentrerei sulle date di Maggio. ATTIVARE LE ALLEANZE → Le traduzioni sono importanti: siamo sempre noi e bianchx. Quali reti possiamo attraversare per costruire spazi comuni e processi affermativi comuni? No dentro-fuori pride, non chiediamocelo. da report audio - Madu’ (...) Milano in quanto sede dell’evento IGLTA, potremmo reagire anche così, per esempio oggi abbiamo fatto un lavoro molto bello sulla compilazione di un glossario, certo si pone in una fase iniziale, però è anche molto interessante per produrre immaginari. Dall’altra parte secondo me, come è anche emerso alla scorsa assemblea, è interessante trovare strategie per non cadere nella dinamica dicotomica dentro-fuori il Pride, perchè è molto scivolosa. Quindi il fatto che quell’evento lì, che poi è il più puttaniere di tutti, è aMaggio, a mio avviso, aiuta. Nel senso che io occuperei quello spazio e, anche nella sede di oggi, capirei come ri-occupare / ri-partecipare, dentro o fuori quello che è, però senza mettere al centro “siamo dentro-siamo fuoriâ€. Cioè, facciamo! Abbiamo una data che è di aiuto, cioè Maggio, poi abbiamo una location che secondo me è molto interessante da un punto di vista di immaginari. Quindi userei quel posto e quella data, come momento di agglomerazione, di costruzione di cose. In termini di pratiche, una cosa rimasta in sospeso dalla scorsa assemblea, c'è la questione della traduzione, che è sia una questione di linguaggi sia una questione di alleanze, cioè nel senso che alla fine siam sempre qui e sempre noi, bianchi, e questo è un pò un problema. Quindi, cerchiamo di capire oggi anche quali reti possiamo attraversare e in qualche modo come costruire spazi comuni e processi affermativi comuni: questo è un tema che non accantonerei. Riepilogando, queste sono le cose che sento di più: autoformazione, mettere al centro maggio e capire come costruire reti milanesi, oltre anche alle nostre reti nazionali, entrando però anche in ambienti dove noi non siamo comodi. RACHELA Riprendere la 90 fa paura come metodo divertente, che si sviluppa in orari e luoghi specifici e che può rivelarsi come aggregatore . Per la costruzione di azioni, partiarei quindi da spazi specifici, si potrebbe andare al mercato per esempio. BIAGIO Sono convinto sia importante fare una riflessione approfondita sui linguaggi e sulla maniera con cui comunichiamo le nostre istanze, poichè c’è una difficoltà di penetrazione delle nostre istanze li fuori. E me ne accorgo, non parlando con la vicina o i colleghi, ma parlando con i miei amici. Farei leva sulla nostra creatività , piuttosto che fare i direttivi e restare in pochi. In un’azione integralista a me interessa di più trovare gli strumenti per allargare alla platea di persone che si avvicina alle nostre istanze, lo dico da persona che si è avvicinata facendo attivismo da poco negli ambienti di movimento. Io penso che ci sia la necessità da parte di tante persone di avvicinarsi a queste tematiche e quindi sarebbe interessante riflettere su come rinnovare i linguaggi e trovare gli strumenti e credo che la costruzione di una modalità di protesta deve essere un’occasione per creare visibilità . Io sono interessato a fare un’attività molto visibile, appunto, per il fatto che la fiera del turismo sia staccata dal pride come un’opportunità per fare un’azione forte e quindi non c’è bisogno andare contro al pride, ma rispetto al pride sono interessato a rimanerci dentro, destrutturare dall’interno, e creare viralità . Preferirei non trovarmi da solo in 4 dove parliamo la stessa lingua, ma andrei a disturbare il pride. YURI Domanda che mi viene spontanea è: chi andresti a disturbare al pride? Per me il problema del Pride è il privilegio dei gay maschi: è con loro che dobbiamo parlare. Quando tu incontri la difficoltà di parlare con i tuoi amici, io la incontro quando parlo con ragazzi gay che hanno raggiunto uno status, un privilegio, del quale non si vogliono sbarazzare. Io quindi non andrei a spiegare le cose ai CIS che significherebbe dire loro in qualche modo: “questa è l’enciclopedia e ti posso spiegare tutto dall’inizio; se hai interesse, mi fai delle domandeâ€. Nello specifico, il problema dentro il Pride sono le persone vicine a noi e che ci dovrebbero restare, ma invece si tengono stretti quel privilegio… e parlo al maschile perchè purtroppo riguarda per lo più uomini gay e mi verrebbe da svergognare proprio loro “ehi zio ma ti rendi conto che non ci sei solo TU e TU e TU e TU e il tuo Ego gigante, ma siamo una comunità !â€. Per assurdo, è un pò come dire “io non ti devo proteggere per forza, perchè tu con il tuo silenzio mi stai uccidendo.†Per me l’azione deve essere verso le persone che decidono di aderire ad un evento così mainstream e farli svergognare “ti rendi conto che questa cosa non ha senso?†la gente si trova a dire di SI perchè si trovano a fare testimonial di un brand, ma poi dicono “ah me l’hanno messa nel culo†e mi viene da dire “eh si zio è un brand e vuole solo la tua immagine, ti fa una foto, la ritocca alla meno peggio e poi tu sei un’altra persona..â€. Entri quindi in dinamiche che hanno a che fare con la poca consapevolezza verso il marketing e le dinamiche di potere in commercio; mentre, invece, la popolazione gay mainstream è molto cosciente di questa cosa e ne difende molto bene gli interessi che ci sono dietro perchè a capo ci sono i direttori marketing, ci sono persone che si scambiano i favori. A Milano, nello specifico, c’è questo problema. Siamo nell’era dei target mirati: perchè devo andare a parlare con un target esploso, anzichè andare a parlare con quello che mi da il problema e dire: “oh, aspetta, magari a te io voglio dire questa cosa, e a te ne voglio dire un’altraâ€. Io mi sento da un lato di avere degli strumenti da regalare che sono delle piccole fanzine che ti spiegano il perchè sei li, che cosa è un Pride, da dove nasce… e poi un’azione mirata verso le persone per dire “no, non siamo d’accordo, io non sono diverso, io sono strano, perchè non sono mainstream; semplicemente io vivo il mio essere, all’interno della comunità , in maniera libera e non voglio stare all’interno delle dinamiche di potere. Personalmente penso ad un’azione verso le persone che ci stanno creando a tuttx l’imbarazzo di rispondere perchè, comunque, fanno parte della comunità e proverei a fare capire questa cosa qui. LUDI E’ fondamentale, secondo me, se vogliamo fare un’azione comune che ci tenga tutti quanti dentro insieme bisogna fare un lavoro collettivo di budget e comunicazione, cioè che se lo facciamo insieme riusciamo a tirare in mezzo tuttx; cioè se si tratta di un lavoro di un singolo gruppo si finisce per proporre un linguaggio che “è solo tuo†; quindi fare collettivamente il lavoro è lo strumento numero uno se vogliamo cominciare a dire quello che vogliamo dire e portare avanti il nostro discorso comune e si inserirebbe in una fase preparatoria, di modo tale che lo step successivo è subito provare a fare delle azioni come “la 90 fa paura†o come “il gran galà †lanciato da NUDM, sarebbero azioni che fanno capire che ci siamo mostrandosi compatti, cioè parliamo un’unica lingua comune. E, secondo me, è da li il punto da cui dobbiamo partire perchè ci consente di sviluppare pratiche che esprimono cosa noi vogliamo manifestare al mondo e con l’azione finale e più grande che faremo. E in questo senso è fondamentale, concordo con Madù, che, siccome l’istanza sta partendo da qua, la rete milanese si unisca e sappia trovare dei modi per stare insieme in questo percorso in modo intersezionale in modo che non siamo ognunx chiusx nella propria istanza, ma trovarsi in momenti comuni. NINA Io sono una “straniera†del percorso, ma oggi sono stata invitata a partecipare e per prepararmi nel venire qui sono andata sul sito del “Pride Milano 2020†che è lo stesso dell’anno scorso, ma aggiornato, e ho notato prima di tutto come sono state vampirizzate alcune parole che sono proprie della nostra comunità militante come accessibilità , un’altra che non ricordo bene simile a solidarietà , è interessante comunque vedere come hanno preso le parole, ma non ci sono i contenuti. Infatti, se voi andate su dei link, quello unico funzionante è quello relativo alla possibilità di iscriversi come sponsor o volontario; quindi 2 uniche modalità di partecipazione a questo percorso o come sponsor o come lavoratx gratuitx e sfruttatx. Credo sia interessante vedere come unico contenuto che loro hanno attivato fino ad ora sia solo questo e tra l’altro vorrei segnalarvi che se vi fate la card si può avere il cannolicchio gratis a pranzo e cena presso l’Antica Focacceria San Francesco, ci sono molte altre convenzioni e vari benefit, ma è interessante vedere, come ci siamo dette al tavolo workshop precedente, spunta la figura del cittadino viaggiatore che è nei contenuti che loro stanno diffondendo. Tra l’altro, tutta questa cosa qua del “percorso degli onda pride†farà si che ci sarà a Milano un mega Pride che sarà mondiale, ma accanto ad esso altre iniziative come Dolomiti Pride, Sorrento Pride, questo ente di promozione turismo frocio che tesse le parole e che ha trovato questo nuovo modo di attraversare il mondo, che è quello di promuovere questo status di cittadinanza che è quello del consumatore (turista, viaggiatore). Mi piacerebbe voi aveste un approccio pragmatico nel senso di prospettiva, strategico e pratico, che possa inglobare anche che tutto ciò fa parte di un piano di governo della città , molto chiaro e che sta in molte città , compresa quella di Milano e che determina cosa significa cittadinanza, turismo, e in che modo viene progettata la città e che da questo possa essere un fronte che obblighi anche chi ci sta affianco nelle lotte e si dica solidale e poi ha voglia di venire al Pride perchè si diverte e dire loro “guardate che questa è una cosa che sta parlando dell’attraversabilità della città di tuttuâ€. Un’altra questione è che sicuramente hanno il TradeMark registrato come negli anni passati e, secondo me, quando ci si dice “attraversiamo o non attraversiamo il prideâ€, nascono alcune questioni: 1. Per attraversare il Pride bisogna avere soldi. Cioè noi siamo abituate ad avere soldi per capire quanto può essere grande il nostro carro, no non è soltanto questo: per poter partecipare al pride bisogna pagare quelli che hanno registrato il marchio Pride e questo è un modo molto diverso di stare in piazza, quindi non siamo abituati a pensare; è l’approdo dei pride come quello di Brighton dove le persone stannno dietro una transenna e pagano per poter arrivare alla transenna e arrivano poi i pompieri, la Berclay. Interruzione e intervento di Ma tu parli del Trans Pride di Brighton? NINA: No YURI Perchè io sono stata al Trans Pride di Brighton e ho trovato molto interessante la loro pratica: loro partono da Melbourne Pub che è un piccolo pub allestito anche con stanze per dormire e fare residenze teatrali molto piccole e ed è un luogo molto inclusivo, trovi veramente tuttx, e la marcia è molto breve, si parte dal pub, si fa la costa e finisce in un parco dove tutte le associazioni hanno il loro banchetto e fanno informazione. NINA Credo sia interessante vedere come nella comunità trans evidentemente ci sia una sacca di resistenza rispetto ai contenuti. Comunque non solo a Brighton, in molti altri Pride funziona che si paga un biglietto per accedervi e vedere alla fine la sfilata dove passa la polizia, l’esercito, i pompieri, le banche, le Major, Netflix ecc… li vedi tutti quanti passare che ogni tanto si fermano, c’è una proposta di matrimonio, tu stai la, ti commuovi e c’è un video poi su Youtube. Noi siamo arrivati a questo, purtroppo; il Trade Mark è già registrato. Poter attraversare il Pride significa anche ragionare su come fare resistenza a questa cosa qui, non tanto chiedersi quindi a chi vado a parlare o no, ma, veramente, qual è il livello di accessibilità , l’attraversamento della città dei cittadini turisti consumatori, e quello del Pride come marchio registrato a cui noi non possiamo rispondere registrando un marchio diverso, ma possiamo rispondere ponendoci trasversalmente per non far passare questa idea qua, di quello che devono fare i nostri corpi in piazza. LIVIO Riagganciandomi a tutto, c’è un problema di linguaggio e attraversabilità . Faccio un attimo un salto mentale per farvi capire dove voglio andare a parare. Secondo me, bisogna riflettere su una cosa forse banale ma se non la si considera si rischia di creare una sorta di missunderstanding, dunque, secondo me bisogna partire dicendoci qual è l’obiettivo polemico delle azioni che vogliamo fare, perchè nel momento in cui si parla della necessità di dover costruire una risposta a determinati meccanismi che ci ritroviamo ad affrontare perchè i nostri corpi sono, banalmente, venduti; allora qual è il problema di questa cosa qui, cioè di essere corpi venduti? Proprio mi concentro sulla parola “vendutiâ€! Io farei un discorso per capire, in qualunque modo noi ci approcceremo con un atto di resistenza al Pride e alla Convention, qual è l’obiettivo polemico. Cioè il fatto che c’è un meccanismo che non ha a che fare con la sessualità , ma con regole di mercato. E quindi in sostanza secondo me quando si fanno discorso, che sottoscrivo, di omonormatività e omonazionalismo, effettivamente c’è uno spettro che insegue tutti questi discorsi che è quello della sussunzione all’interno di un sistema. Il problema è che l’obiettivo polemico potrebbe rischiare di essere frainteso, come se noi vogliamo rompere i coglioni ai gay che vogliono sposarsi; attenzione! E’ vero che l’omonormatività e dell’omonazionalismo si traduce nell’acquisizione dei diritti che produce una norma che appiattisce le differenze e mette a budget i corpi, ma il punto polemico che dobbiamo individuare sta nel sistema di mercato che, anche attraverso l’elemento stato e nazione, ci porta all’interno di un processo di mercificazione per cui alla fine quello che risulta è che ci sono dei froci che vanno contro delle froce; per me questo è un disastro: si è creata una sorta di lotta all’interno di quella classe, che precedentemente era oppressa tutta, dove ora ci sono oppressori contro oppressi, con dietro qualcunx che si fuma le sigarette guardando questo spettacolo delle frocie che vanno contro le frocie. Secondo me, il problema è quindi capire dove sta l’obiettivo polemico del nostro discorso e attraverso un lavoro sul linguaggio bisogna andare a mirare e capire qual è il problema, che sappiamo che è il capitalismo. Quindi capiamo come possiamo elaborare un’azione e un discorso che possa andare a cercare delle alleanze, però il nostro obiettivo polemico deve essere chi fa in modo di vendere e normalizzare il nostro corpo. YURI Io di mestiere mi occupo di Marketing, il target qual è? Se mi rivolgo alla massa, lo faccio con un discorso che all’interno tratta molte tematiche. Il quadro è che ci rendiamo conto che c’è un discorso di mercato traghettato da uomini gay. Siamo tutti daccordo che dall’altra parte c’è un menefreghismo notevole davanti questa faccenda e se questa cosa la vediamo (...) non è che io devo essere frocia per forza diversa da te, perchè quello ti dice “io mi alzo tutti i giorni la mattina per andare in palestra e poi pranzo da burger king, ma a te che te ne frega?â€... quindi io non partirei da quel punto, partirei dall’informazione. Ho tirato l’esempio del Brighton, perchè li fanno informazione e come trans ti dicono “hey lo sai che puoi lavorare là ? Lo sai che puoi fare questa cosa per includerti in un discorso sociale ed economicoâ€. LIVIO Voglio chiudere con un “cappelletto†perchè è emersa una parola importante come quella di intersezionalità . Ricordiamoci che all’interno dei processi di mercificazione, alcuni corpi rimangono più privilegiati di altri, quindi nel momento in cui si crea un target polemico come quello a cui dobbiamo puntare attraverso le nostre azioni, dobbiamo renderci conto che se il maschio gay è privilegiato, non è privilegiato in quanto gay, ma in quanto maschio. Quindi capiamo dove andare a parare quando parliamo di ricostruzione dei linguaggi e capire chi ci sta dentro e chi ci sta fuori. ELISA A proposito di frocie contro frocie, secondo me Milano ci può insegnare qualcosa rispetto alle esperienze passate: non so se qualcuno ricorda quel tentativo di entrare al Pride come certe cupole/attivistx queer... dove emerge chiaramente ciò che diceva Livio…nel senso che c’era stata una contestazione a Sala all’interno del Pride… ricordo che ci volevamo menà , cioè ci hanno menato… e noi sembravamo proprio quelle che erano li contro le froce.. È passato proprio questo… BIAGIO Ma io per questo insisto sulla questione linguaggio, perchè quando ad esempio parlo ai miei amici etero di ciò che stiamo facendo con Marciona, sgranano gli occhi e chiedono “Ma perchè contro il Pride? Sei matto?!â€. Quindi si, c’è un problema di linguaggio. CARLO Sottolineo una cosa già detta in apertura da Madù, cioè abbiamo questa meravigliosa opportunità quest’anno di uscire in piazza in un momento che è diverso da quello del Pride e che è prima del Pride di diverse settimane e quindi abbiamo un doppio campo di azione; perciò possiamo studiare un’azione con i nostri linguaggi, le nostre forme, i nostri temi, dove possiamo fare rete con altre realtà milanesi in maniera intersezionale, ma non intersezionale, nel senso che troviamo un’identità che è quella delle persone che si stanno opponendo alla loro stessa mercificazione in questo sistema, quidi sì parte dalle frocie ma non sarà fatto di frocie contro le frocie, meglio dire che parte da una serie di realtà che, prendendo spunto da una convention che basa la sua identità sull’attribuzione a noi di identità , perchè ci vende a noi il turismo, in quanto noi siamo la G o la L del gaylesbian ecc… e queste realtà si ribellano a questa cosa e si mettono insieme per fare un’azione che è Marciona-Maggio.. Dopo di chè al Pride, le realtà che si sono fatte vedere a Maggio, manifesteranno insieme, così come hanno costruito insieme. Quindi, arriveremo al discorso del Pride passando attraverso Marciona che ci darà anche i momenti di incontro e le occasioni di cose da fare insieme, i giochini… e quando dico i giochini intendo spaziare dalla tavola rotonda dove si chiacchiera fino al momento organizzativo della Marcia alla sera dove si balla e ci prendiamo a frustate, tutto quello che ci fa interagire e sviluppare dei mezzi di comunicazione che sono i nostri e il lavoro sul linguaggio che uscirà fuori, come diceva Biagio, è importantissimo, per cui ricordiamoci che abbiamo questa scadenza proprio a Maggio che, essendo prima del Pride, ci caccia le castagne fuori dal fuoco rispetto a come ci relazioneremo poi al Pride? La domanda quindi è: come ci arriviamo a Maggio? E con chi? ANAIS Sono d’accordo con quest’utimo intervento, mi sembra un ottimo modo per levare le castagne dal fuoco e mi sembra che il tema del viaggio sia favoloso; nel senso, il tema del viaggio ci permette di lavorare sul tema della metamorfosi, perchè il viaggio è la metamorfosi e ovviamente non ci si riferisce al “viaggio del consumo†che invece non trasforma assolutamente niente: cioè fai un viaggio e torni esattamente la stessa persona che eri prima. Perchè di fatto il tema del viaggio nel turismo è questo, è un viaggio dove non succede nulla, ma è solo una tappa dello shopping. Mentre invece cosa è il viaggio? Il viaggio è un motore del cambiamento! Quindi noi possiamo interagire con il tema del viaggio attraverso le nostre tematiche, che in questo caso possono intersecare anche quelle dei confini, quindi della migrazione, che mi sembra fondante in tutta questa faccenda. Non ci sono, come dire, persone emigrate all’interno della nostra assemblea e questo è un problema che continuiamo a dirci e tirar fuori. Ultimamente ho parlato con amicx e compagnx che stanno a Lesbos dove c’è un campo profughi importante, dove succedono cose importanti, molto brutte e molto belle al contempo, perchè c’è un livello di autogestione molto profondo, radicale, internazionale, ma nello stesso tempo ci sono dei campi profughi che andrebbero chiusi, uno in particolare all’interno del quale le persone si suicidano in continuazione; e ovviamente ci sono dei gruppi di attivistx che si occupano di transfemminismo e queer e sono fatte dai migranti stessi. E mi è anche capitato di parlare con alcune persone bianche e che con loro lavorano e mi hanno detto: <>. Quindi facciamo delle comunicazioni dirette con Lesbos, perchè Lesbos è anche un posto profondamente simbolico e quindi questo è un pezzo, ma ce ne possono essere anche degli altri. Quindi concludo affermando che, per me, il tema del viaggio non è esaurito. LORENZO Cose che mi sono venute in mente mentre parlavamo: Mi è venuta in mente l’ILVA , mi vengono in mente l’alleanza, a proposito di alleanze, che fecero i froci (??? - 34:10) con i minatori, e quindi penso a rivolgerci a delle realtà aziendali in crisi, a operai, a lavoratori, che sono in situazioni di precariato, per esempio. Mi è venuto in mente la sovversione del canone occidentale per eccellenza: l’Odissea; e quindi un’azione, tutta da creare e pensare, potrebbe essere quella di risignificare tutta l’Odissea all’interno di una marcia in chiave Queer (uso questo termine per semplicità , anche se oggi l’abbiamo assai problematizzato), in chiave Frocia ecco, quindi dare una struttura che sia anche una sovversione di contenuti proprio del canone occidentale e rivolto proprio… come dire, l’Odissea accadeva proprio nel mediterraneo in cui oggi accadono molte cose, è insomma diventato una tomba per molti migranti. Sono daccordo sul fatto di concentrarci su Maggio, perchè si potrebbe eventualmente pensare parallelamente di rivolgerci alle realtà froce mainstream con altri linguaggi, come diceva Livio, e organizzare una “mostra di noiâ€, all’interno delle vie milanesi che conosciamo, con delle proposte e una prospettiva più informativa che oppositiva, come invece io penso debba essere quando io mi rivolgo al capitale… in una maniera molto di sorellanza… SARA A me viene da porre delle domande, che possiamo fare se qualcunx non l’ha fatte… pensare che tipo di Kermesse è questa qui, chi è che c’è, quindi cercare di individuare chi sono questi target. Cioè, ok una grande fiera internazionale del turismo, nel board dell’organizzazione ci sono Mario Tittol (???-37.45), ma mi chiedo: chi saranno, ad es., gli espositori di Milano? Air bnb dove sta? Cioè magari cominciamo ad immaginare concretamente che tipo di gente c’è, che interessi economici ci sono, sia internazionali che locali, e magari da li si accende la lampadina: << ok facciamo azione contro airbnb, ok facciamo azione contro il lavoro delle volontarie e dei volontari che magari si interessano di turismo e studiano in Bicocca e vanno li’.. Magari facendoci queste domande concrete viene in mente come il viaggio si radica ecc… LIVIO Se facciamo riferimento alla Convention... il sito fa schifo, non capisco nemmeno perchè, è un disastro dell’internet… Ci sono alcuni dati riferiti alla Convention organizzata a NewYork l’anno scorso, tra cui la lista di tutti quelli che hanno affittato lo stand, probabilmente molti rimarranno gli stessi… Ho provato a targetizzare cosa ci fosse all’interno e, sostanzialmente, si tratta prevalentemente di agenzie turistiche e di viaggio che lavorano proprio sul target omosessuale con l’intenzione, probabilmente, di individuare degli spazi Safer nel mondo in cui le frocie ricche possono viaggiare, è questo il compito che si propongono di svolgere queste agenzie.. Oltre le agenzie ci sono anche le istituzioni, organi statali che vengono in rappresentanza dei singoli stati che si pongono come mete del turismo e quindi, sostanzialmente, si propongono come mete Safe per questi turisti. Se scrivete il nome dell’agenzia che si sta organizzando nell’appalto della Convention di quest’anno a Milano, che è la Sander’s Beach, e se si googla Sander’s Beach IGLTA Milano, si trova tra i primi risultati un sito “ISUSâ€, una piattaforma dove poter caricare presentazioni in Power Point … le più interessanti, sono quelle che pubblicizzano la convention e gli stand, una sorta di depliant che raccoglie tutti i dati statistici più “Catchy†per le agenzie di turismo, come quanti turisti hanno viaggiato, quanti soldi spendono, quanti introiti fa questo mercato… tra l’altro è molto interessante notare come lavorino con delle statistiche che non tengono in considerazione molti elementi: non si fa differenza maschi e femmine… Guardando queste statistiche possiamo capire come vengono create e quali parametri vengono esclusi. Questa stessa agenzia, gestisce un magazine sul turismo gay internazionale che si può sfogliare da questa stessa piattaforma… leggendolo, si comprende bene qual è l’immaginario a cui fa riferimento: coppie gay bianche che vanno in giro per il mondo. Da questi siti quindi possiamo tirare fuori qualche dato. La convention sarà al castello Sforzesco, ma la convention in sè sarà al Luna Hotel che si trova a Rho Fiera, quindi gli stand saranno li… Poi ci saranno degli OFF in città , tra cui l’inaugurazione al Castello Sforzesco… “maschere meravigliose†Insomma c’è tutto un programma che pare non sia chiaro nemmeno a loro, alcune parti sono ancora in costruzione e stanno ancora raccogliendo le adesioni.. Quindi se si fa un giro online e si mettono le chiavi di ricerca su google.. Riusciamo a capire con chi abbiamo a che fare. Sto raccogliendo informazioni a partire dalla candidatura della sede Milano che risale al 2016 o 2017… sto ricostruendo la storia a partire da questa “vittoriaâ€... tra i tanti candidati c’era Tel Aviv e, se non erro, lo stesso tizio che gestisce l’agenzia di viaggi, vantava la sua vittoria su Tel Aviv… che comunque rimane un grande partner, un modello… CARLO Io ho una proposta: fare un tavolo di studio dedicato alla Convention vera e propria, dove capire con calma, in un contesto di tavola rotonda più che di assemblea, capiamo che cazzo stanno organizzando per maggio, ci studiamo quali sono i partner, gli sponsor ufficiali, che tipo di implicazioni hanno rispetto le lotte che noi e le nostre compagne qua in città stanno portando… Perchè al di là del fatto che questa cosa parte da un gruppo di frocie… cioè è venduta alle e per le frocie… stiamo parlando comunque di vendita delle città a cose come AirBNB e c’è quindi un problema di diritto alla casa, perchè cosa AIRBNB fa alle città lo sappiamo tuttx, a prescindere se lo prendiamo in culo o no...e Airbnb partecipa alla convention… C’è il solito sbiancamento / pinkwashing di Israele perchè per arrivare all’agenzia c’è proprio, se non sbaglio, un ente nazionale del turismo di Israele, i vari articoli che Livio citava prima, un’altra delle possibili mete del turismo gay è diventata Città del Capo… e ce lo ricordiamo tuttx cosa è il Sud Africa… e come rotti in culo ci ricordiamo anche quali sono state le campagne non anti HIV, la mortalità HIV che c’è lì, e tutte queste problematiche sono ampiamente spazzate e messe sotto il tappeto di questa convention. Secondo me è arrivato il momento di farci uno studio… Anche se do per scontato che ci capiamo se diciamo Israele - Pink Washing, Suf Africa - HIV, Airbnb - casa, ma bisogna capire come tutte queste cose si relazionano con questa convention e quali sono i problemi che sollevano… forse proprio noi ci meritiamo di sederci un momento e parlarne al di là della nostra sessualità e poi riportiamo come la nostra identità ci viene rivenduta e pure a caro prezzo… però questa è un’altra cosa. Seconda parte della proposta fattiva parte da una domanda che faccio all’assemblea: come pensiamo di muoverci verso questo maggio? Abbiamo già detto prima che ci sono degli incontri in questa e altre città molto belli, dove io andrò a fare il turismo gay salutando x amix compagnx… il turismo gay quello vero, quindi tornando al punto “Come arriviamo a maggio?â€... se noi decidiamo di organizzare la parata in piazza non è che ci dobbiamo sbattere tantissimo… a livello logistico… cerchiamo quindi di mantenere il lavoro sulla comunicazione, come diceva Biagio o Madu, cioè creiamoci queste alleanze… diciamo alle altre realtà di venire... In quanto frocio, mi sono messa a parlare con le realtà frocie di Milano… ma ad es. Il diritto alla casa non è una lotta che ho portato avanti in prima persona, ma tra di noi ci saranno sicuramente le compagne e i compagni che conoscono quel tipo di scenario là e ci metterebbero “così†a convincere le assemblee specifiche e giuste a far capire che è una lotta che interessa anche a loro. Parliamo a quel tipo di intersezionalità dove sono quelli distinti per genere e sessualità che di colpo si tirano tutta una serie di istanze di alcuni margini sociali; questo è il grado di alleanze… ma, tornando alla proposta, vediamo come arrivare a questo inizio maggio. Tanto per cominciare, se questi vanno alla reception una sera, io suppongo sarà la prima sera (mercoledì)… E comunque il castello anche come location si ponga come tutta un’altra location per parlare di questa cosa… in quanto setting milanese… insomma farla al castello acquisisce un certo tipo di significato che andarla a fare a Rho… Risposta da assemblea: sono dal mercoledì al sabato… Cerchiamo di capire dal programma quando c’è la reception al castello sforzesco… DA ASSEMBLEA VOCE NON DEFINITA Il 6 maggio… è la nascita della Costituzione italiana… CARLO sicuramente troviamo collegamenti... CARLO (proseguendo) Io propongo di lavorare insieme verso un’azione di piazza, nella forma di corteo, e di fare questo corteo la stessa sera che c’è la convention al castello sforzesco. Io sono anche a favore di farlo eventualmente mercoledì sera, se sarà al castello di mercoledì. Con un pò di creatività possiamo fare anche noi la nostra convention dell’anti-turismo non gay, non lesbo, non trans, non intersex… ma come ci pare a noi, come vogliamo definirci noi, sempre che vogliamo definirci… e possiamo fare la nostra convention parallela e facciamo la nostra manifestazione quando questi fanno la reception.. E poi il venerdì e il sabato famo il festone, che appunto per noi la lotta è anche festa… Quindi c’è la possibilità di lavorare sulla due giorni. Capiamo con calendario in mano quando fare la parata, che forze mettere in campo per farlo in piazza, capire da subito chi c’è, quali sono le realtà milanesi che aderirebbero a questa cosa. Vediamo di farci la conta su Milano per Milano e di fare queste tavole rotonde di studio sulla convention, esplorarne le implicazioni politiche, i partners e facciamo magari in parallelo di costruire con le altre città . Vediamo se riusciamo a fare un incontro solo su questo. SELAM (cantiere / sms) Ciao a tuttx e tuttu, Faccio parte del cantiere e sms, ma in realtà come riflessione devo dire che noi ne vogliamo ancora parlare e ragionare insieme. Sicuramente il tema di trovare dei linguaggi che attreversino diverse lotte e bisogni credo sia la sfida a capo di ogni istanza che decidiamo di portare avanti; il linguaggio è fondamentale. Io penso, a livello molto personale e politico, che ci sia bisogno sempre di partire da noi stessx. Il tema del turismo e del viaggio secondo me è una chiave di lettura che ci può dare la possibilità di attraversare politicamente, sicuramente, più prospettive e di mettere in luce le contraddizioni. Cioè, perchè noi parliamo di turismo e poi parliamo di viaggio? Perchè sono due cose diverse. Ci sono viaggi, oltretutto, che rispetto il tema della migrazione sicuramente non si tratta di viaggi low cost che mi posso permettere sempre e comunque, ma anzi… Quindi noi partiamo da qua, siamo partitx da questo spazio, siamo partitx da quello che siamo e lo stiamo cambiando… noi diamo uno sguardo, un pensiero, una visione rispetto a quella tematica. Altrx dovranno poter avere la possibilità di sviluppare una loro visione, un loro linguaggio, un pensiero rispetto quel fenomeno. Noi dobbiamo far si che più persone possibili si interroghino sul fenomeno Pride e che si interroghino su come la nostra città diventa passerella in alcuni momenti e un ostico labirinto in altre. Io credo che il tema della casa sia importante; io vivo a San Siro e ci troviamo di fianco delle situazioni abitative al limite del drammatico. Ma, io stessa, partendo da me, che sono nata e cresciuta a Milano, se non avessi deciso di intraprendere alcune scelte rispetto al tema abitativo, comunque vivo in una totale e costante precarietà . Quando, ricordo, volevamo parlare del tema residenza e volevamo allargarlo all’intera città , io ho pensato: << Beh, questa non è la città dei fuori sede? Non è la città delle persone che non riescono a permettere un affitto? Ma mica dobbiamo guardare “l’ultimoâ€!>> Quindi, a partire da delle esigenze che rispecchiano quella che davvero è la mia persona e le persone che sono attorno a me, reali, concrete e non immaginarie, future e possibili, o presenti e aleggianti come ombre misteriose, e allo stesso tempo provare a dare una parola centrale e la possibilità ad ognunx di leggerla. Quindi aprire un tavolo sul tema viaggio può essere interessante e possa portare ad uno sviluppo che abbia più una coralità che è necessaria. Io non so quanto poi possiamo interrogarci su questo, ma il tema della città e della sua attraversabilità , ci deve veramente legare e ci dobbiamo interrogare. Il Pride, quello costruito non da persone qui presenti, non ha avuto una sola e unica espressione, sono tanti tentativi che ci portano da alcune esperienze, alcuni anche forti, però sappiamo che il momento del Pride è schiacciante. Io, oltre tutto dico, ora ci stiamo riflettendo come comunità , ma presto ci allergheremo a più possibili… il 16 maggio si ri-proporrà di nuovo a Milano la carrellata anti-razzista contenuta e promossa da Sala, in qualche modo dalla Milano Smart City, quindi Via Lecco perfetto, però se c’è poi la gente che dorme per terra se vai due vie più in la… cioè la sussunzione è un elemento costante e in una città come Milano si riproduce con una velocità pazzesca, ma noi dobbiamo anche capire come inquinare quegli spazi; su questa cosa ci interroghiamo spesso e allora chiedo: <> Quindi Migrazioni e Turismo, Città accogliente e tollerante, solidale e floreale… mi sembra sia buono partire da qui che poi, anche rispetto alle cose di cui mi occupo io, mi sembrano di facile accesso. BIAGIO Mi piace molto l’immagine del viaggio proposta. Azzardando una sintesi velocissima: Fare attenzione a non dare idea di froci vs froci, ma allargare il nostro campo e creare alleanze. Avere una comunicazione e un linguaggio che intercetta e rende chiaro il problema (comune) che è il capitalismo, sono daccordo. Per quanto riguarda la costruzione di alleanze, io aggiungerei a quelle che sono state menzionate qua, sicuramente il modello NUDM è una forza da intercettare in se stessa e da cui apprendere le modalità della protesta e penso che anche la questione ambientale vada inserita nella lotta. LIVIO Io mi sono un pò perso: non ho capito se stiamo parlando dell’azione durante la convention o del modo in cui ci prepariamo ad essa. Io vorrei fare semplicemente un appunto; mentre Carlo delineava un’idea di protesta nei confronti della convention mi sono venute in mente due cose: 1. Considerando la limitazione che un’assemblea di questo genere pone, mi muoverei subito aprendo un tavolo in cui trovati i temi su cui vogliamo lavorare, poi costruire in modo pratico questa nostra azione, sviluppando contenuti tema per tema. Perchè conscio o non conscio, collettivamente, mi sembra che stiamo pensando di dire qualcosa a questa convention, perchè abbiamo qualcosa da dire. Lancio la proposta di costruzione di un tavolo itinerante, più itinerante è più si raccolgono adesioni di persone che transitano attraverso gli spazi, che non è sempre lo stesso. Fare un laboratorio mobile, da qui all’inizio di maggio, per preparare questa protesta. 1. Rispetto alla protesta stessa, che può anche essere uno dei contenuti del laboratorio, mi viene in mente di organizzare una marcia che si farà durante la giornata di benvenuto al Castello Sforzesco, sede dove si fa il check in, cioè preparare noi stessi, sulla strada che porta alla reception, una sorta di “comitato di benvenutoâ€. Una protesta che sia ferma, più che di movimento; corpi fermi che dicono qualcosa nell’esserci proprio in quello spazio che porterà all’ingresso di questa convention. 1. Mi piace immaginare che la gente si troverà ad attraversare un corridoio i cui margini sono costruiti dai nostri corpi che dicono delle cose attraverso dei cartelli, in modo totalmente presenziale… una presenza che non ti aspettavi e che però ti sta dicendo qualcosa rispetto a quello che poi tu andrai a subire dentro, mentre noi stiamo fuori. 1. E’ un’idea… un’immagine… LUDI Io vorrei fare una proposta pratica. Riferendomi all’ultima Marciona che abbiamo fatto, siamo partiti con la prima chiamata nazionale e ci troviamo qui oggi… e secondo me la dimensione nazionale può portare tanta diversità e carne al fuoco che serve a noi stessx. Quindi come proposta lancerei tramite newsletter marciona, dove sono coinvolte tutte le realtà , un invito alla riflessione sul tema del viaggio, in forma preparatoria, così ognuna nel proprio collettivo e nella propria realtà potrà sviluppare una riflessione. Quello che mi prospetto a Genova, al primo incontro nazionale che faremo, è che ognuno porterà ognuno la propria riflessione e a quel punto ci trovare delle modalità per unificare tutta la riflessione… e secondo me da qui nasceranno veramente tante cose. Secondo me è importante non dimenticare la dimensione nazionale e prepararci noi al prossimo incontro in modo mirato sul tema del viaggio che secondo me è un tema fantastico, perfetto. MADU’ Siccome quindi stiamo parlando di Maggio, secondo me sarebbe bene fare un Dossier su cosa succede nello specifico in quella settimana di Maggio, al di là invece di quello che sappiamo succede più avanti nel Pride, anche perchè ci da più margini di azione; sul corteo ovviamente sono daccordo e chiedo anche però come non essere monolinguaggio: proviamo ad immaginare, quindi, altri ambiti di attacco! Cioè in questo evento si stratificano una serie di questioni enormi e proviamo quindi a capire come moltiplicare le nostre risposte. Ritorno sulla centralità , a mio avviso, dell’autoformazione anche per togliere la questione dei linguaggi, che è un punto centrale in questa assemblea, dalla sfera della sola comunicazione; il linguaggio per me non è solo quello, nonostante sia molto importante per tutte le ragioni che ci siamo dette fino ad adesso. Secondo me, la questione del linguaggio, appunto, è anche la capacità di costruire attraversamenti diversi, creare svelamenti e nuove alleanze. Il tema del viaggio che ha tirato fuori Anais è super interessante e quindi immaginavo molteplici direzioni come anche suggeriva Selam, quindi anche partire anche da noi: che tipo di viaggi, attraversamenti e schiacciamenti ci impone a noi, alle soggettività , questa città specifica; e, anche, su questo sono daccordo con Selam, toccare la questione dell’abitare, cioè andare ad indagare lì dentro come si costruiscono e normalizzano i rapporti sociali è molto importante. Questa occasione ci da diversi angoli di riflessione critica. Per esempio: come si riproduce Air BNB in una città come Milano? O la questione che veniva accennata prima della mercificazione delle soggettività queer, cioè dobbiamo dircelo che molti di noi lavorano nell’ambito fashion, diciamocele queste cose: lavoriamo quindi anche di autoinchiesta per produrre degli svelamenti dove il tema del linguaggio diventa forma di condivisione dei saperi; cioè per me questo percorso è il percorso di chi c’è qui, ma anche capire, visto che parliamo di comunicazione, come trasmettere, incrociare saperi e svelamenti intorno a cosa c’è dietro quella macchina infernale del Pride che stiamo cominciando a studiare qui a Milano nello specifico, ma che in generale va avanti da un bel pò. Chiudo con la questione dell’abitare che secondo me è centrale perchè va a toccare una serie di elementi che sono cardine: come viene suddiviso lo spazio privato da quello pubblico? Come veniamo organizzati dalla società in piccole famiglie necessarie alla produzione del modo capitalista? Da qui ma fino ad arrivare ad Israele e Palestina, in qualche modo si tratta di un tema che tocca tantissime sfere. Riguardo il linguaggio, ed insisto di nuovo, mi riferisco anche al linguaggio che usiamo noi; per esempio non userei la parola “polemicaâ€, ma userei la parola “conflittoâ€, senza avere paura che questa cosa non possa creare alleanze; quindi ragionerei sempre in una prospettiva in cui questo anticapitalismo è bello esplicito, non per forza dissimulato. Quindi, anche per questo, cercherei di fare autoformazione, in modo tale da non ricadere noi in dinamiche di riduzione del conflitto. ROBERTO Ho avuto la sensazione che quest’assemblea si sia sviluppata su più livelli, quello pratico organizzativo cioè cosa fare a Maggio e durante il Pride e quello relativo ai contenuti politici. Per me sarebbe importante oltre i tavoli capire anche in questi momenti di cosa vogliamo parlare, nel senso quali sono i messaggi politici che vogliamo veicolare: perchè siamo qui oggi? Per me Maggio 2020 è Anticapitalista e questa parola che magari è poco accattivante magari sta a noi farla diventare accattivante con tutte le diversità ; io non vivo a Milano, ma ci sono dei processi sociali in corso dalla gentrificazione delle città che viviamo e attraversiamo al decreto sicurezza, i daspi nelle città … per cui persone povere, senza documenti, sex workers sono state allontanate dalle città , perchè le città sono diventate vetrine… anche con la complicità di Air BNB e questo tipo di turismo… CARLO Ti interrompo un attimo per una delucidazione… i Daspo hanno allontanato dai centri delle città le nostre stesse compagne.. Cioè sto vortice sta risucchiando anche noi piano piano.. (XXX) lo conosci pure te e lo conosco anche io, lui è uno che lotta insieme a noi, allontanati dai centri città … ROBERTO Sono daccordo con il tema del viaggio e vorrei fosse declinato con una maggiore complessità … anche per riportare qualcosa alla mia assemblea.. Forse prima mi sono confuso: per me in questo momento non è importante capire come posizionarmi all’interno del pride ufficiale o come gestirmi la relazione con le altre frocie, ma vorrei condividere dei punti politici su cosa pensiamo di questi processi e quindi del fatto che poi arrivano queste convention LGBT che ci dicono che i centri delle città sono attraversate anche dalle froce, ma da certe tipe di froce… solo alcuni corpi, altri devono stare fuori a debita distanza… e questo vale anche per noi… Sento appunto l’urgenza di parlare di questo, magari la prossima volta se ci sarà l’opportunità , ai tavoli… ma a me sembra questo centrale, per capire cosa contestare durante il pride… perchè anche a Torino è così, tende a fagocitare tutto il resto… Invece il problema della casa e di come sono attraversabili le città ci riguarda tutti i giorni, quindi non farei diventare il Pride il punto politico centrale, nel senso di trovarci qui. SARA Sono daccordo con tutto quello che è stato detto… proseguo prendendo solo uno dei fili, non perchè sia il più importante, ma per continuare ad immaginare questa contro manifestazione e mettere dei contenuti. Il filo che vorrei prendere è quello dell’auto-inchiesta rispetto i privilegi, cioè non di guardare solo come le nostre vite vengono mercificate, ma vederci come parte di questa cosa.. Siamo a Milano… Magari lavorare su questa direzione per costruire un immaginario differente. Per esempio, sul tema del turismo e su quello dell’abitare possiamo dire qual è la nostra posizione, anche dire cosa abbiamo fatto come agenti gentrificanti, immagino un coming out di chi affittava su Air Bnb e decide davanti a tuttx di smettere; riconoscere anche che l’affitto di Air Bnb fa parte dell’economia di questa città ; cioè è sempre stata una strategia di sopportazione o di venire a patti con la precarietà ; non è una cosa cattiva, molti immagino si siano trovati in questa situazione… ad esempio tuttx prendiamo aereo per fare viaggi o turismo? Mettiamoci un punto di domanda, questa autoinchiesta ci può fare vedere che tipo di pratiche abbiamo portato avanti; sono molto contenta che siamo tutte radicali, ma non è detto che nella nostra vita non sia capitato. Quindi invito a ragionare anche su questo con delle azioni simboliche per dire, appunto, in questo ingresso per la Kermesse c’è qualcuno che vuole fare un coming out e dice << ho affittato con air bnb, ma ora non lo faccio più>>, << ho preso mille aerei questa settimana >>, <>â€... non so, cose così dove scalziamo questa idea che tutto ci cade addosso. Accanto a questo c’è l’idea della mercificazione, quindi come le nostre vite vengono vendute o come le eccezioni che presentiamo non sono fagocitate dal mercato, ma magari qualcuno deciderà di vendere questa parte della propria identità , di affittarla, di farci i soldi… “ho aperto il locale gay?†e quindi questa è una contraddizione sulla quale magari alcuni tavoli possono andare avanti. SERENA Dirò una cosa molto veloce che si riallaccia a questi ultimi interventi. La mia preoccupazione continua ad essere quella della costruzione delle alleanze e finora non abbiamo approfondito i contenuti per cercare le alleanze; perchè va bene andare dal comitato che si occupa di abitazioni e dire “oh guarda stiamo facendo la Marciona, venite da noi†o da Fridays for future “le vostre tematiche ci stanno a cuoreâ€... però poi finiamo anche noi per fare greenwashing… perciò anche nella costruzione di alleanze, proviamo a partire da noi e capire quali sono le nostre istanze e le nostre lotte. Quindi centriamoci un pò di più su cosa vogliamo creare, perchè comunque l’abbiamo visto l’anno scorso che non ha funzionato provare a creare le alleanze in questo modo. Quindi partire da noi deve essere la cosa principale per la costruzione di alleanze e non andare in cerca di temi importanti da far convergere qua. Aggiungo una cosa, forse ora Off topic ma se ne parlava prima, su Pride con le transenne: l’anno scorso la possibilità di transennare il Pride è entrata nell’assemblea Pride; non sappiamo bene con quali motivazioni, ma grazie a iddio è stata rifiutata, perciò non diamo per scontato che non succederà questo anche a Milano. LIVIO Rispetto al punto transenne al Pride, vorrei finire l’intervento di Roberto e quello di Serena per spingere una riflessione. Questa cosa delle transenne in realtà succede in tante città , le grandi metropoli ce le hanno: Londra, NY… che sono anche grandi mete di apertura di soggettività raimbow totalmente civili… Come ha detto Roberto poco fa, mi fa riflettere il fatto che in un’assemblea del genere dobbiamo porci così tante domande sul Pride, perchè il problema che è un problema che ha a che fare con i corpi diventa, invece, un problema che ha che fare con un momento di rappresentazione e, quindi, quel momento di rappresentazione sta mangiando una lotta; diventa centrale come presupposto per una lotta che però non la esaurisce, nonostante tutto è centrale. Mi sembra quindi che stiamo vivendo dentro una contraddizione: cioè dovremmo fare tante cose ma tra queste ci concentriamo solo sul Pride che è un solo momento, ma è quel momento fondamentale per noi perchè è un momento di rappresentazione. Quindi è come un pò una danza: vorrei fare altro, ma questa cosa mi attira tanto in quanto importante, perchè mi rappresenta. Mi attiva quindi un processo di ragionamento sul problema della rappresentazione, ovvero limitiamo le nostre soggettività alla rappresentazione all’interno di un contesto, che è quello del Pride, durante il quale ci sarà una manifestazione che ci sta al cazzo perchè è cannibalizzata dalle aziende e da tutti i processi che stiamo analizzando. Quello che voglio dire è che forse dobbiamo capire come affrontare questo problema della rappresentazione, oltrepassando il momento del Pride. Quando si dice “la lotta è tutto l’anno, non solamente durante il mese di giugno†proprio come fanno le aziende che si colorano di arcobaleno per un mese, ma poi gli altri mesi tolgono questo arcobaleno. Forse dovremmo farlo anche noi, anzichè abbassarci ad un processo di marketing, cioè il nostro mese è quello di giugno, finito giugno ci disinteressiamo al problema della rappresentazione; quindi estendiamo la rappresentazione in modo tale che questi corpi abitino la città , non tanto quando le aziende o il comune vogliono che questi corpi vi abitino, ma in tutta una serie di altri eventi che i nostri corpi ce lo richiedono, eppure siamo quasi abituati al fatto che debbano essere recintati, transennati appunto all’interno di queste marce frequentatissime, ma assolutamente limitate rispetto alla presa di coscienza di certe tematiche, difficoltà e problemi. (RETE STUDENTESCA) Io e il collettivo da cui provengo ci stiamo interrogando su come porci rispetto al Pride 2020 in generale e anche rispetto a come arrivarci. Sto ancora elaborando gli spunti molto interessanti emersi in questa discussione e per come la vedo io è bene ritagliarsi uno spazio sia per uscire dalla dinamica del Pride come unico momento in cui possiamo essere rappresentatx e sia per parlare delle pratiche che ci stanno più a cuore.. Come il viaggio etc.. In ogni caso, non sottovaluterei l’importanza di come ci poniamo: sia per una motivazione politica, in quanto non parteciparvi o porsi in antagonismo io ci sto… come segnale o messaggio… ma il problema è che comunque il Pride è CHE E' NOSTRO e mi da fastidio l’idea che non mi sento più di parteciparvi e quindi non ci vado più... e quindi non ci posso più andare e portare i miei messaggi li; è tutto sommato come darla vinta! Perchè se in questo momento il Pride non è più rappresentativo di tuttx noi, mi sembra un pò una sconfitta dire “ok ne faccio un altroâ€. Io voglio quel posto, voglio che sia di nuovo mio! Non sottovaluterei questo discorso e quindi secondo me sarebbe bello se le tematiche su cui ci concentraimo verranno sviluppate a Maggio, ma al Pride proviamo a dare loro importanza e rilevanza mediatica… perchè c’è appunto anche da prendersi in giro se ci sarà il Pride 2020, il pride mondiale qui a Milano, penso che qualunque evento collaterale avrà molta difficoltà ... Già così è difficile far passare lo spezzone al Pride così come è organizzato, ma così è ancora più difficile. Non sottovaluterei, quindi, l’idea di mettersi nell’ottica di portare lo spezzone Marciona all’interno del Pride con quanta più forza possibile proprio per riprenderci quegli spazi. E’ un discorso complesso e immagino che molti non saranno daccordo con me, ma non liquiderei la questione... pensiamoci… sono disposta a discuterne nel dettaglio anche ora se qualcunx vuole.. SELAM Siamo in chiusura, non sarà un intervento così significativo, ma più di suggestione e immaginario. Nel senso che se la questione del viaggio intesa in termini di metaformosi e di attraversamento che ovviamente centra con il Daspo… come nel mediterraneo, da i confini anche nelle città … ma l’idea è quella di aprirsi ad un immaginario che sia includente e più facile da gestire visto che le soggettività in gioco sono tante; però, se ci preme maggiorare radicalismo dal punto di vista dell’immaginario, si può anche avere un immaginario più “difficileâ€. Mi sembra che il compagno, che fosse seduto qui prima, facesse delle richieste importanti. Il tema dell’abiezione, della mutazione, del cyborg, del freak e di quello che di fatto noi siamo e rappresentazione, l’abietto, abiette, possiamo usarlo come momento di esposizione di rappresentazioni. Emilio, un ragazzo che prima era ai tavoli, diceva che il confronto con la rappresentazione estetica ci distrugge, ci sfalda e ci pone all’interno di una contraddizione grave e difficile da gestire. Possiamo uscircene con una masturbazione collettiva, cioè con un gesto totalmente provocatorio come altre volte è accaduto: cioè decidere di spostare i contenuti in una dimensione di co-impegno a latere, per cui in una due giorni aperta dove noi decorosamente parliamo di politica e decidere invece di essere molto durx e spaccare sul livello della rappresentazione con un’immagine che è quella dell’abietto, che è l’immagine della goditura totale, completa, nel sistema … ci tengo a dire questo, perchè anche questo è parte del mio percorso personale, quindi che è in gioco tanto quanto è in gioco il desiderio di costruire alleanze. FEDERICA Non sarò così aulica come gli interventi precedenti, ma volevo dire una cosa secondo me centrale che è un pò un sotto-inteso, ma che secondo me conosciamo tuttu qui all’interno, che il motivo per cui adesso siamo a parlare questo argomento e per cui milano si può vantare e può voler creare questo tipo di evento è perchè è stata creata da noi e dalle comunità che ci hanno precedute; cioè abbiamo lottato, abbiamo portato diverse realtà e adesso le realtà che abbiamo creato vengono strumentalizzate. E quindi non solo veniamo annullate, ma diventiamo anche l’intrattenimento di quello che sarà questo tipo di turismo. Questa cosa è piuttosto tremenda. Nel tema del viaggio che secondo me tocca tanti punti, dalle migrazioni ai confini a quello che è il viaggio a livello commerciale, partendo dal me, dal personale, per me il viaggio è un problema: io sono una pendolare costante, sono sempre in giro! E il viaggio per me è funzionale alla produzione! Le mie giornate vengono passate sui mezzi e questa cosa mi ha fatto pensare… mischierò azioni e temi politici, farò un calderone… mi ha fatto pensare ad un’azione fatta a Londra per insegnare ai cittadini come evitare i rimpatri quando sono in aereo, quindi come si devono comportare e sui mezzi, dove noi vediamo le pubblicità della depilazione permanente per le donne, hanno sostituito dei cartelli delle medesime dimensioni per spiegare alle persone come comportarsi in determinati casi. Mi piacerebbe fare un’azione di questo tipo, cioè usare i mezzi di trasporto che verranno utilizzati e guardati, cioè io quelle chiappe depilate le vedo continuamente, verranno utilizzati per comunicare che cosa vuol dire, come vengono colonizzati i nostri spazi e come vengono commercializzati: cioè, in quel momento noi siamo il prodotto! Un’altra cosa interessante è il concetto che Air bnb e simili creano com questa figura del turista cittadino, dove cittadino non esiste più. Poco tempo fa, guardavo i prezzi delle case per ridere con le colleghe, e in zone come Dergano, appartamenti di 60 mq arrivano a costare anche 400.000€. Emerge quindi come veniamo costantemente tolti dalla città , che quindi non abitiamo più e possiamo essere solo un intrattenimento momentaneo, quando siamo utili al commercio, altrimenti veniamo sempre esclusx perchè si parla sempre del potere del soldo e questo è molto interessante, perchè oltre il concetto di città -vetrina possiamo inserire il concetto di città albergo, un albergo a cielo aperto, è questo Air Bnb: un albergo costante! Per quanto riguarda quello che diceva prima Livio sul corridoio di soggettività sarebbe interessante da porre, perchè mette faccia a faccia con quello che loro vorrebbero riutilizzare di noi, ma saremo lì, con i nostri corpi e si dovranno vergognare di quello che stanno facendo; e sarebbe interessante riutilizzare il tema dei viaggi organizzati, dove poter indicare le soggettività stile zoo “come vedete questo è un raro esemplare diâ€.. Oppure usarlo al contrario, cioè fare vedere cosa la giunta di Sala ha fatto nell’ultimo periodo, come chiudere lo sportello trans di cadmi, questo mostra quanto è solo vetrina la città … oppure quella copertina oscena con la ragazzina black ai piedi seduta al trono, con il bambino bianco accanto i suoi piedi… CARLO Chiuderei l’assemblea con qualche considerazione pratica. Riconvochiamoci come assemblea verso marciona; mi sembra di intuire che è condivisa la volontà di organizzarci per la data di Maggio, quindi @riconvochiamoci con l’idea di organizzarci per maggio, come tappa numero 1. Propongo anche di discutere una data per la riconvocazione direttamente in mailing list, però tenendo presente 2 cose: 1. Parlando per Genova, loro a genova sono disposti a fare l’incontro 18/19 gennaio - aspettiamo di ufficializzare. 1. Troviamoci un momento per vederci prima di Genova per rifarci un’altra assemblea fattiva su come farci la nostra rete milanese, dove discutere documenti, alleanze… Chi ha voglia può scrivere il proprio manifesto e poi ci confrontiamo… LIVIO Per mailng list: phrocissime@inventati.org o marciona2020@inventati.org FINE ASSEMBLEA!