REPORT AUTOFORMAZIONE TRANSFEMMINISTA
06 ottobre 2019 // 15:00-17:00 // MACAO // Download pdf //
REPORT TRANSIZIONI ACCESSO ALLE CURE
06 ottobre 2019 // 15:00-17:00 // MACAO // Download pdf //
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1. REPORT AUTOFORMAZIONE TRANSFEMMINISTA
06 ottobre 2019 / 15:00-17:00 / MACAO
Con Smaschieramenti
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Boycott ad Hotel – azione esempio di denuncia di condizioni di precariato che mostra molto bene il nesso tra diritti sociale e diritti civili e come agisce il pinkwashing. Le pratiche di Smaschieramenti partono da questo, per capire come allargare, far capire ai clienti, alla gente, il dispositivo di sfruttamento che c’è dietro al “diversity management”.
Oggi proponiamo questa autoformazione femminismo/transfemminismo che nasce da NUDM. Autoformazione e autoinchiesta sempre come metodo. Nell’assemblea ologna, infatti, c’è stata forte necessità di capire cosa fosse il transfemminismo e che relazione ha con femminismo. Il transfemminismo non è il femminismo che include le trans!
Vogliamo partire da tre testi, metodologia “Arpentage” che deriva dal movimento operaio in Francia: ci si divide in gruppi piccoli gruppi e si legge il testo capendo insieme senso delle parole quali sono quelle chiave. Dopo ci si riunisce e ogni gruppetto racconta ciò che ha letto, capito. Attenzione tra i testi ci sono delle traduzioni:
1.
MANIFESTO PER UN’INSURREZIONE PUTALESBONERATRANSFEMMINISTA
2010
SPAGNA
2.
FEMMINISMO PUTTANA. SEX WORK E SCIOPERO DAI GENERI. Di STRASS
2017
FRANCIA
3.
DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA DELLA POPOLA DELLE TERRE STORTE
2016
ITALIA
Dichiarazione di indipendenza della Popola delle Terre Storte
…
FASE DI RESTITUZIONE
1.
MANIFESTO PER UN’INSURREZIONE PUTALESBONERATRANSFEMMINISTA
2010
SPAGNA
Contesto: insurrezionale, rivoluzionario, antimperialista anricolonialista
Riferimento a 2 rivoluzioni (fino alla Zapatista)
“Scendere dalla montagna”
Genealogia femminista chiara
Desiderio come elemento di motore dell’azione politica
Alleanze > strutture autonome > reti branchi comunità (in contrapposizione al potere) > (e a partire da) obiettivi comuni
Reinventare > idea di mutamento > trans come azioni di movimento, dalla frontiera al genere, senza limitazioni
Smascherare meccanismi di controllo > dal corpo si riparte per sovvertire
Rivendicare un linguaggio scorretto, un’azione provocante > no politicalyl correct
È scritto al femminile universale plurale > ora asterisco ma allora presa di posizione forte
Produzione di spazi: strade, case, città, marciapiede, blogs (anche digital)
“Il femminismo sarà transgenere, transfrontaliero… o non sarà”
Si nomina chi scrive: si parte dalle soggette invisibilizzate
Questione rabbia che si trasforma in lotta
Insurrezione transfemminista – eterodissidenza – decostruire il soggetto
femminista “donna” – far saltare binomio genere/sesso – produrre libertà
invece di produrre genere – desiderio – corpi sono nostri con limiti,
mutazioni, colori e transizioni.
2.
FEMMINISMO PUTTANA. SEX WORK E SCIOPERO DAI GENERI. Di STRASS
2017
FRANCIA
Tema riappropriazione del corpo da parte di minoranze di genere > corpo è mio e lo gestisco io come asse della battaglia
Se è rivolto alla donne non è per una questione di binarismo > per ribadire che il sex working è un lavoro femminilizzato
Servizi sessuali all’interno del capitalismo > non solo marciapiede, ma anche casalinghe, commesse, ecc ecc > lavoro non pagato o non retribuito pienamente > tutta performatività del femminile non pagata.
Lavoro sul linguaggio sulla puttano-fobia > come riappropriarsi degli insulti
Alleanze tra casalinghe e sexworker > alleanza trasversale per scoperchiare il patriarcato
Rimettere al centro anche il desiderio di chi vuole/ha bisogno di fare la prostituta > lavoro retribuito
La parola puttana ha lo scopo di limitare il processo di autodeterminazione > sexwork
Vittima/sgualdrina (decoro) – lavoro/servizio sessuale – puttanofobia –
lavoro di genere. Le sexworkers inglesi furono le prime a lottare per il
salario al lavoro domestico. Continuum del lavoro sessuale nel lavoro
produttivo – lavoro dei generi.
3.
DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA DELLA POPOLA DELLE TERRE STORTE
2016
ITALIA
Struttura e linguaggio molto accessibili > attraversabilità
Rinominare corpi e soggetti che stanno parlando > l’invisibilizzato
Altre affettività e reti multiple > potenziale creativo di produzione di relazioni oltre monogamico e familiare
Trans-ecologismo > NUDM e FridaysForFuture unici che oggi riescono a tenere insieme le intersezioni
Corpi che agiscono la gentrificazione > lavorare per sottrazione > sciopero come forma di resistenza > autonomia per riprenderci i corpi > non essere più un soggetto di studio ma soggetto di studio
Piano queerquiennale > basic income universale: case, acqua calda, income, salute
Spazi > siamo usciti dalle darkroom e siano arrivate per creare nuovi spazi > binomio reale virtuale
Riflessione sulla socialità frocia non spendibile dal capitale > capire le poste in gioco del transfemminismo oggi > quali forme di organizzazione?
Marciona2020: punto più alto di come capitale succhia valore > questione linguaggio e visibilità > questione spazi > questione strumenti > questione alleanze
Analisi su riconoscimento dei diritti agita dal capitale > non c’è un progresso lineare verso i diritti > non c’è una cosa che diventa civile > decolonialismo dei diritti
Produciamo e moltiplichiamo generi, piacere > sfuggire le etichette identitarie che rischiano di immobilizzarci
Rendere visibile il lavoro del genere produce una sottrazione (vedi: tariffario del lavoro gratuito) > anche la maschilità è normativa a cui si deve attenere
Parte su Leroy Merlin ecc si vestiranno da sole: legame con curriculum
“siamo usciti dagli spazi dove ci volete ghettizzare”: tema del bollino
Rainbow e luoghi mainstream/app.
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2. REPORT TRANSIZIONI ACCESSO ALLE CURE
06 ottobre 2019 / 17:00-19:00 / MACAO
Con MIT e DEPATH OFF.
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“Prima di parlare dell’emergenza ormoni – di cui sappiamo che alcuni passano da classe A a classe C, altri spariscono e/o i prezzi volano – voglio fare un lavoro sulla parola “ormoni”, un lavoro psicoanalitico.” Valentina
Ognun* dice e scrive su un foglio cosa gli viene attraverso la parola “ormoni”.
…
Emergono 4 aree: rapporti con Servizio Sanitario Nazionale; Autodeterminazione; Effetti cure; Rapporto con le industrie. Il gruppo decide di partire e concentrarsi sulla prima area: rapporti con Servizio Sanitario Nazionale.
Il MIT è un centro ONIG (OSSERVATORIO NAZIONALE SULL’IDENTITÀ DI GENERE) – un consultorio che segue l’odiato protocollo ONIG – moltu stanno chiedendo di applicare metodo del consenso informato nella sfera medica, psichica e legale. DEPATHOFF studia che tipi di consensi informati esistono nel mondo per cercare di stilare una linea guida italiana.
L’osservatorio ONIG è composto da diverse categorie di professionisti ma la voce trans non è al centro.
Il protocollo ONIG prevede: 6 mesi di osservazione psicologica dopo i quali si struttura una diagnosi di disforia e solo dopo questa diagnosi è possibile accedere a una visita endocrinologica e infine avere accesso agli ormoni.
La falla del protocollo ONIG: chi è binario ha una strada più facile di chi è genderfluid (bisessuale, trans-lesbica, …), soggetti a cui spesso viene bloccata la transizione. Di questa cosa non se ne parla molto, non ci si apre a nuove istanze. Alcune Ass. trans sono quindi arroccate su posizioni binarie.
Il protocollo ONIG è funzionale al Giudice: per il “nullaosta” agli interventi demolitivi e all’anagrafe. Il/La giudice ha la responsabilità ma, siccome vuole essere esonerato/a da questa, chiede le diagnosi a medici ed endocrinologi. Se non è sicuro/a chiede il CTU, ovvero rifare tutto il processo di valutazione. Quindi c’è anche un problema di credibilità davanti al Tribunale.
Necessità di costruire esperienze di autodeterminazione che aprano il SSN da fuori. La 164 (legge che permette il cambio di genere) parla solo di Tribunale e non parla di psico-diagnosi. Bisognerebbe stare sempre dentro il SSN per non creare ghetti: continuare a dire che ONIG non è il protocollo giusto. Per esempio, c’è un sito istituzionale (link?) che è sviluppato bene ma non arriva alla questione protocolli. Bisogna cercare di sedersi con loro anche se fanno fatica ad ascoltare. Dobbiamo mettere avanti i* professionist* della nostra comunità.
Ma quali sono i protocolli in uso nel mondo?
WPath / Consenso Informato / ONIG
Domande Camillo (studente medicina) > Risposte collettive:
Normatività anche all’interno della stessa comunità nel dare per scontato che ci sia una meta binaria: trans-normatività.
> Non è colpa della comunità quanto dei professionisti. I percorsi di transizione ora si fanno anche da molto giovani, persone a cui vengono inculcati facilmente pregiudizi di genere che poi si portano dietro. Medici che Inculcano nel paziente le loro idee. Cosa molto lontana da fare una strada insieme al proprio paziente. Purtroppo ci sono percorsi obbligati, dei trattamenti sanitari obbligatori in cui nasce il ricatto. Chi vuole fare un percorso alternativo deve rivolgersi al privato e quindi problemi classisti.
Questione accesso al percorso: carriere alias in università (avere potere decisionale sul nome) attraverso una mera autocertificazione per garantire a tuttu, anche persone non medicalizzate.
> Neanche l’università si vuole prendere le sue responsabilità. Per esempio nel gruppo trans-migrante di Bologna abbiamo scardinato la pratica delle diagnosi. Mandiamo una nostra certificazione che non da diagnosi ma solo conferma il fatto che la persona sta facendo un percorso da noi. C’è anche da scardinare la questione della bianchezza tra i professionisti che scrivono queste procedure. Bisogna chiedersi come il patriarcato si realizza nelle diverse culture. Nella cultura campana, per esempio, sono accettata come femminella se accetto tre modelli: prete, figura di cura, mignotta. Con molte migranti trans elaboriamo le aspettative patriarcali delle loro culture. Passing: essere riconosciute come donne o uomini dopo la transizione, tenere in conto che ciò si relaziona anche alle nostre condizioni lavorative, agli immaginari.
Perché il percorso psicologico non è mirato al benessere, perché mi insegnano solo a monitorare?
> Non si parla mai della transfobia interiorizzata, neanche nei gruppi più stretti. C’è una grossa paura dello stigma interiorizzato, questo perché così facendo si attacca l’identità più profonda: si smuove il sessismo e l’eteropratriarcato che abbiamo introiettati. Nella persona trans però questo si moltiplica. Come contestare l’idea di essere uomo o donna se così facendo si contesta se stess*? Il binarismo qui è un motivo di problematicità, perché non c’è una meta finale: è un percorso attraverso. L’identità transgenere è uno sfidare le regole binarie. Cosa diagnostichiamo e in quale modo? Come si diagnostica un sentimento? Noi stiamo trasgredendo, anche le trans più binarie sono super radicali anche quando non consapevoli. “Non sono nata nel Corpo sbagliato ma nella società sbagliata!” Vale. Capire gli strumenti attualmente disponibili, parlare di benessere e non solo di medicalizzazione.
Mancanza del discorso accademico, nessun* ne parla e quindi io non so come specializzarmi, lessico patologizzante.
> Bisogna starne fuori e attraverso le reti mettere in condivisione i saperi. Non è un sapere dell’Accademia questo. “Depath sta implementando le consultorie per affacciarsi a professionist* che vogliano intraprendere questo percorso” Marcia.
Quando si pensa di fare la riforma della 164 (legge che permette il cambio di genere)… L’unica strada per riformare il percorso di transizione è da un punto di vista medico e ambulatorio. Ovvero se noi riusciamo a cambiare la mentalità e le modalità di medicalizzazione. Difficile infatti costruire linee guida che mettono d’accordo tuttu.
Questione della depatologizzazione: OMS (Organizzazione mondiale della sanità) di recente ha tolto la transizione da patologia e l’ha messa tra le condizioni della sessualità umana – quindi esiste un codice di riferimento, come per gravidanza, … “Anche la transizione è uno stato interessante!” Valentina. ICD (manuale diagnostico mondiale): per accedere alle cure hai bisogno di essere qui. Detto ciò, alcuni stati standard (es. gravidanza) hanno delle evidenze esplicite ma la transizione che evidenze ha? Per questo si ricade costantemente nel binarismo e quindi è vero, si è fatto un giusto processo di depatologizzazione ma non si è ancora fatto quello di dediagnosticazione: il problema non sono i sessi ma i ruoli di genere.
Da questo deriva per esempio l’eccesso di medicalizzazione dato dagli stereotipi di genere: qual è infatti il desiderio nostro e quale quello indotto? Pensiamo alle femminielle: prima non c’erano gli ormoni e campavano bene. Anche la medicina e l’industria hanno poi creato dei desideri. Il discorso tra femminielle e trans, che è sempre stato conflittuale. Chirurgia e medicalizzazione, per una spinta di normalizzazione, hanno distrutto la cultura delle femminielle, cultura millenaria e indigena. Pensiamo anche alle identità travesti sudamericane, non sempre fanno uso di tecnologia per affermare il genere, alcune oggi cominciano a usarli gli ormoni sì, per diventare più “normali”. Nella comunità queer araba, invece, gli ormoni hanno avvantaggiato le “abiezioni”, c’è un uso di ormoni per effeminare ma non c’è relazione con la transizione.
L’eccesso di medicalizzazione: le donne trans vengono completamente castrate attraverso l’Androcur. Non dimentichiamoci che tuttu abbiamo nei corpi testosterone ed estrogeni insieme. C’è un grosso problema sulla questione benessere che viene totalmente invisibilizzato. Il benessere non è un fattore, non viene ascoltato. Autosomministrarsi le dosi permette di non stare a questi dettami. Un altro tema è cosa succede in carcere, dove vengono imbottiti di Androcur e Diane per farle stare tranquille…
Domande Madu > Risposte collettive:
Saperi di autosomministrazione sono trasmessi per via informale e non tramite associazioni. Come superare questo? Necessità di piattaforme di condivisione non proprietarie.
> Alcune operatrici sociali lo fanno, provano delle mediazioni. Bisogna anche trovare endocrinologi che ascoltano, per non andare nella direzione della fabbrica di trans binari. Sarebbe importante fare rete tra professionist* trans e transalleat*.
Quanto si può personalizzare la terapia, rispettando ogni singolo corpo?
> È un obbligo dare più informazioni possibili sugli effetti e sulle cure disponibili. Bisogna ricordarsi che le terapie sono basate sul corpo cis. Che non esistono ormoni che vengono dati fuori dalle patologie cis (ipogonadismo, menopausa). Bisogna sintetizzare ormoni per salute trans.
Questione commercializzazione: parallel trade.
> Bayer ha vinto anche adesso sulla questione degli estrogeni. Prima hanno tolto il testosterone dal mercato, l’hanno fatto per alzare il prezzo degli estrogeni minacciando di non riportare il testosterone. Ora che hanno alzato gli estrogeni, il testosterone ritornerà sui banconi delle farmacie.
IDEA:
A partire da “Obiezione Respinta” (progetto all’interno di rete NUDM), perché non facciamo una piattaforma di scambio di saperi legati all’autosomministrazione, alle consultorie specializzate, agli/le endocrinologi che ascoltano > potrebbe essere primo passo per costruzione rete tra professionist* trans e transalleat*.
SUGGERIMENTI:
“Parliamo di ‘Affermazione di Genere’ e non Transizione!” – Valentina
Salute Trans – una ricerca italiana sullo stato di salute trans > https://ufficiostampa.iss.it/?p=899
APPUNTAMENTO:
22 Novembre in occasione di Trans Freedom March abbiamo pensato di organizzare a Roma un Convegno Nazionale dal titolo provvisorio “Le persone trans prendono la parola” e il 23 Novembre sempre a Roma, ci sarà la Manifestazione Nazionale contro la violenza maschile sulle donne e contro la violenza di genere, organizzata da Non Una di Meno, e potrebbe essere, l’occasione per unire simbolicamente e fisicamente le battaglie di tutte le donne e di tutte le soggettività trans, cis, Gender variant e non binarie in questi due eventi concomitanti che possono rafforzarsi a vicenda.
*Questo report è la testimonianza di una discussione collettiva destrutturata e psicoanalitica, non cercate una struttura ma spunti di riflessione da cui ripartire 🙂