Il 25 giugno 2021 siamo scesə in piazza a Milano per la Marciona, una manifestazione queer trans femminista di soggettività e collettività che resistono alla mercificazione delle persone LGBTQIA+ e alle discriminazioni e violenze omolesbobitransfobiche, razziste, sessiste e classiste. In questi giorni pubblichiamo sulla blogga i testi degli interventi letti nei vari presidi in cui ci siamo fermatə.
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Il parlamento ungherese ha approvato una legge presentata da Fidesz, il partito di estrema destra del primo ministro Orban, che paragonando l’omosessualità alla pedofilia impedisce la diffusione di materiale e temi legati alle questioni LGBTQIA+ in contesti pubblici frequentati da minori. Con questa legge libri, campagne pubblicitarie, serie tv e film, tra le altre cose, saranno sottoposti a censura.
Il fatto accompagna il precedente divieto dell’adozione a coppie dello stesso sesso e richiama esplicitamente la legge russa del 2013 che vieta la ‘propaganda gay’ tra i minori.
In Polonia l’ultradestra cattolica limita i diritti delle donne e delle persone LGBTQIA+, imponendo un regime fascista e discriminatorio. Il presidente Duda ha concentrato la propria propaganda contro le minoranze LGBTQIA+ e contro il diritto all’aborto, promettendo modifiche alla costituzione al fine di impedire l’adozione alle coppie non eterosessuali. Esplicitamente contrarie all’introduzione di ogni tipo di educazione alla sessualità, le associazioni vicine al governo trovano consenso in un’ampia fascia della popolazione che nel sud est del paese ha istituito informalmente più di 100 “LGBT free zone”.
Sappiamo che questo rigurgito di fascismo non interessa solo i paesi dell’est Europa: il nazionalismo e l’ultradestra cattolica accumulano esorbitanti consensi, tra gli altri paesi, anche in Francia, Austria, Germania, Belgio e Italia, dove in questo momento il consenso nei confronti delle destre, dominate da Fratelli d’Italia e Lega, supera il 50%, rendendo fosche le previsioni relative alla prossima legislatura.
Dietro la reclamata naturalità dei corpi, della famiglia tradizionale, dell’unione eterosessuale, e dietro la sacralità del parto e della vita del feto emerge un progetto politico di organizzazione del grande capitale e di riproduzione della forza lavoro tramite la famiglia naturale. La famiglia funge da nucleo fondante della nazione bianca e borghese che assicura il meccanismo produttivo estrattivista attraverso lo sfruttamento di alcune fasce della popolazione e la polarizzazione del conflitto tra un dentro, bianco, borghese, familista, decoroso, cattolico, e un fuori da temere e cacciare, razzializzato, indecoroso, infedele, terrone, terrorista e disgustoso.
In questo disegno biopolitico ed economico di selezione di chi è degno di vivere e chi no, la religione fornisce una giustificazione e un fondamento che ha presa sulle masse e che regola di conseguenza i settori su cui noi persone queer dobbiamo fare necessariamente pressione: il campo dell’istruzione da cui i neocattolici vogliono estirpare ogni elemento che accenni all’autodeterminazione del genere e della sessualità, e il campo della salute, settore in cui obiettori di coscienza e moralisti vari pullulano indisturbati.
In questo contesto, i partiti liberali promuovono a parole la libertà di espressione ma non si oppongono in maniera netta; tendono le mani a fascisti dichiarati, sedendosi ai tavoli e aprendosi a intese. Dall’altra parte, partiti di sinistra e movimenti continuano a guardare solo all’aspetto corporativista ed eteronormato della comunità LGBTQIA+ accusandoci alcuni di dimenticare gli aspetti materiali della vita, le lotte relative al lavoro, al welfare e alle cose ‘più serie’, e altri di cancellare l’identità delle donne e la naturalità del genere. E nel frattempo continuiamo ad essere picchiatx, stupratx, discriminatx, umiliatx e uccisx nell’indifferenza generale.
Partecipando alla marciona ci diciamo stanche, mostriamo la nostra rabbia e urliamo a gran voce contro le ingerenze della chiesa e dei padroni, ma anche di sedicenti compagni o femministe nell’autodeterminazione dei nostri corpi, delle nostre vite, nella gestione della nostra vita e dei nostri affetti, del nostro tempo e del nostro denaro, dei nostri diritti.
FROCIE SEMPRE
FASCISTI MAI
FROCIE SEMPRE
FASCISTI MAI